domenica 13 dicembre 2020

The Legend of Zelda - Ocarina of Time (Parte 1)

Buona sera carissimi appassionati di fumetti giapponeggianti e benvenuti su Parola Manga
Questa sera avrò il piacere di parlarvi di qualcosa di leggermente diverso dal solito, un’avventura che mi sta particolarmente a cuore. La ritengo una lettura diversa da quanto sono abituato, poiché è la prima volta che mi appresto a leggere un’opera che rappresenta il riadattamento di un’avventura videoludica. 
Stiamo parlando di The Legend of Zelda: Ocarina of Time, opera realizzata dal duo Akira Himekawa (Honda S. e Nagano A.) e pubblicata da Shogakukan sulla rivista Tentomushi Comics Special. L’anno di pubblicazione è poco chiaro, poiché trovo chi dice che sia uscito nel 1999, chi nel 2000. La pagina di Wikipedia in italiano dice addirittura 1997, ma questo è impossibile, dal momento in cui l’omonimo videogioco da cui è tratto venne pubblicato dalla Nintendo nel 1998. Il manga approderà dalle nostre latitudini qualche annetto dopo, ovvero nel 2010, pubblicato dalla J-POP sia nella edizione originale che nella Perfect Edition, un volume unico che comprende entrambi i volumi della serie inclusi i capitoli bonus. 
Ocarina of Time per il Nintendo 64 è stato un titolo che ha profondamente segnato la mia infanzia, rappresentando la prima vera grande avventura vissuta su uno schermo. Ero un bambino che con il NES ed lo SNES era già molto afferrato nel mondo dei videogames, ma quando mia mamma mi comprò il Nintendo 64 con questo specifico gioco, la mia vita cambiò per sempre. Con l’avvento delle console a 64-bit iniziò un era videoludica senza precedenti, cominciando a sfornare videogiochi con grafica 3D che garantivano delle esperienze d’immersione che le console precedenti potevano soltanto sognarsi. A questo titolo sono veramente affezionato ed occuperà sempre un posticino speciale nel mio cuore, ma pur essendo sicuramente di parte, sono certo che chiunque avesse giocato a quest’opera d’arte in quei tempi da bambino, non poteva che rimanerne inevitabilmente estasiato. Ricordo con affetto come io ed il mio migliore amico affiancavamo due televisori collegate alle nostre console personali per giocare a Ocarina of Time assieme, talmente eravamo impazziti per questo gioco. 
L’opera che tratteremo oggi è uno di quei manga che sarà sicuramente apprezzato maggiormente se si è dei fan del franchise in questione e che in caso contrario, appare semplicemente come una storiella autoconclusiva qualsiasi. Che siate dei fan sfegatati del mondo di Zelda o che non abbiate mai giocato ad un titolo in vita vostra, vi invito a mettervi comodi ed accompagnarmi in questo piccolo viaggio che forse potrà dirvi poco e niente, ma che per il sottoscritto rappresenta una delle storie che da bambino mi ha rapito più di qualsiasi altra. Siete pronti per addentrarvi nel magico regno di Hyrule? Io non vedo l’ora.


Tanto tempo fa, prima che il mondo avesse una forma precisa, si dice che tre Dee discesero dal cielo di Hyrule. La prima si chiamava Din, la Dea del Potere, che portò il fuoco e scolpì la terra rossa. La seconda era Nayru, la Dea della Saggezza, che con il suo giudizio donò al mondo le leggi. La terza era Farore, la Dea del Coraggio, che dal suo grande cuore elargì la vita a chi mantenesse l’ordine nel mondo. La Triforza rappresenta l’unione dei poteri delle Dee, chiunque la tocca acquisisce il potere di riplasmare il mondo ad immagine del suo cuore, nel bene e nel male.

L’avventura avrà inizio nella Foresta dei Kokiri nella ragione orientale del regno di Hyrule. Ogni abitante della foresta possiede una fata personale, tutti tranne Link. Per questo motivo verrà trattato con sufficienza dal resto del villaggio, tranne che da Saria, la sua migliore amica. 
In un giorno come un’altro, un parassita corazzato di nome Queen Gohma entrerà all’interno del Grande Albero Deku, divorando il sommo protettore della foresta dal suo interno. Esso invierà la fata Navi per convocare Link, che assieme al bulletto Mido, entreranno all’interno dell’immenso albero stanando e sconfiggendo l’insetto gigantesco. Non sarà tuttavia sufficiente per salvare il Grande Albero Deku, che prima di sopperire rivelerà che il vero colpevole sarebbe il Re del Popolo del Deserto Nero, mentre il suo piano sarebbe quello di impossessarsi della Triforza e regnare su Hyrule. Come ultima richiesta darà a Link lo Smeraldo dei Kokiri, esortando il giovane Link di consegnarlo alla principessa Zelda presso il Castello di Hyrule. Con la Leggendaria Spada dei Kokiri ed uno scudo ritagliato direttamente dalla corteccia del Grande Albero Deku, il nostro eroe si metterà in viaggio assieme a Navi, ma non prima di essersi congedato da Saria, che gli donerà la sua Ocarina come ricordo. 
Assieme alla principessa Zelda, il nostro protagonista farà conoscenza con Lord Ganondorf, il Re dei Gerudo, il popolo che vive nel deserto occidentale. Egli sostiene di voler giurare fedeltà al Re di Hyrule, ma Zelda sarà convinta che le vere intenzioni di Ganondorf siano quelle descritte dal Grande Albero Deku e riconoscerà in Link il prescelto a prevenire tutto ciò. Il giovane Kokiri dovrà recuperare le altre due Pietre Spirituali, che assieme allo Smeraldo dei Kokiri ed all’Ocarina del Tempo in possesso di Zelda, permetteranno l’accesso al Sacro Reame all’interno del Santuario del Tempo, dove sarebbe custodita la Triforza.
Il prossimo obiettivo di Link sarà quindi la Montagna della Morte, dove Darunia il Re dei Goron, sarebbe in possesso della Pietra Spirituale del Fuoco. Egli non sarà tanto propenso a cedere la Pietra Spirituale tanto facilmente, e chiederà a Link di sbarazzarsi in cambio di King Dodongo, un antico drago che infesta nelle riserve di cibo dei Goron. Il lucertolone non brillerà per la sua intelligenza, e si farà sconfiggere facilmente ingoiando un Bombafiore lanciatogli da Link. Darunia manterrà la sua parola e concederà il Rubino dei Goron.
La ricerca della terza ed ultima Pietra Spirituale lo porterà presso la Fattoria Lon Lon, dove incontrerà Talon e Malon. Qui si manifesterà Kaepora Gaebora, un gufo che si professa essere un vecchio amico del Grande Albero Deku. Egli accompagnerà Link nel Territorio degli Zora, direttamente al cospetto del Re Zora in persona. Anch’esso non cederà tanto facilmente la Pietra Spirituale, chiedendo a Link di recuperare sua figlia, la principessa Ruto dalla pancia di Lord Jabu-Jabu, il Dio protettore degli Zora. In realtà Ruto si sarebbe recata al suo interno per sfuggire al matrimonio combinato organizzato da suo padre, ma si lascerà persuadere da Link che salverà la principessa dalle meduse elettriche all’interno di Jabu-Jabu, guadagnandosi oltre la gratitudine di Ruto anche lo Zaffiro degli Zora.
Con tutte le Pietre Spirituali in tasca, Link tornerà al castello di Hyrule, trovandolo avvolto dalle fiamme. Nel frattempo Ganondorf avrà fomentato una rivolta, uccidendo il Re e generando il caos nell’intero regno di Hyrule. Zelda sarà costretta a fuggire con la sua guardia del corpo Impa, lasciando in dietro l’Ocarina del Tempo che verrà raccolta da Link, contrapponendosi tra loro e Ganondorf. Il Re dei Gerudo sottrarrà con forza l’Ocarina a Link, senza rendersi conto di essersi erroneamente impossessato dell’Ocarina di Saria anziché dell’antico cimelio della famiglia reale di Hyrule. 
Abbattuto ma non ancora del tutto sconfitto, Link si recherà presso il Santuario del Tempo dove radunando le tre Pietre Spirituali e suonando l’apposita melodia con l’Ocarina del Tempo, il giovane Kokiri avrà accesso alla Leggendaria Spada Suprema. Estraendo tale arma dal suo piedistallo, Link cadrà in un sogno magico per sette lunghi anni, diventando adulto a tutti gli effetti. Si manifesterà lo spirito di Rauru, uno dei antichi saggi che costruì il Tempio del Tempo, che spiegherà all’ormai adulto Link come Ganondorf si sarebbe nel frattempo impossessato della Triforza, minacciando l’intera Hyrule con la sua magia oscura. Ma vi è un’ultima speranza: Se l’Eroe del Tempo riuscisse a risvegliare i Cinque Saggi unendo le loro forze, vi sarebbe ancora modo di sconfiggere Ganondorf. Ma ci sarà dell’altro: Navi rivelerà infatti che Link non sarebbe un Kokiri come aveva sempre creduto, ma che nelle sue vene scorra il sangue reale Hylian, proprio come nella principessa Zelda. Figlio di un cavaliere al servizio del Re di Hyrule caduto in battaglia, Link venne affidato al Grande Albero Deku da sua madre, prima di morire. Le prove che attenderanno Link da questo punto in avanti si riveleranno essere senz’altro molto più ardue, ma Link si sentirà assolutamente pronto e determinato a salvare Zelda e riportare la pace sul regno di Hyrule. 

E con Link che diventa adulto, concludiamo per questa sera la prima parte della storia. Avevo inizialmente intenzione di riassumere l’intera trama in un unico post, ma mi sono reso conto in corso d’opera che sarebbe diventato decisamente troppo lungo. L’idea è quella di farvi passare un momento ricreativo, non di annoiarvi a morte con un muro infinito di testo. 
Per quanto mi riguarda, rivivere la storia di Ocarina of Time nelle vesti di un manga è una cosa fantastica, va ad unire perfettamente due delle mie più grandi passioni della vita: i manga ed i videogiochi. La trama dell’opera ripercorre pressoché pari pari gli avvenimenti all’intero del videogioco, arricchendo la storia con qualche dettaglio qua e là. La trama in sé non è sicuramente complessa tantomeno intricata, è il classico concetto di “salva la principessa” leggermente rivisitato. Malgrado la sua semplicità, penso che sia specialmente il fattore nostalgico che mi faccia elevare questa storia al capolavoro. 
I disegni non sono nulla di sensazionale, apparendo a tratti quasi un po’ grossolani. Ma l’opera ha sicuramente i suoi anni, e sono certo che vedere il mondo disegnato con i tipici tratti manga sia stata una goduria per gli occhi in quei tempi, paragonandolo soprattutto con il mondo poligonale del videogioco, che benché fosse innovativo era ancora lontano anni luce da quello che conosciamo oggi. 
Ho trovato molto curioso scoprire che Akira Himekawa, l’autore di Ocarina of Time e tutte le altre riadattazioni dei videogiochi del franchise della Nintendo, siano in realtà due persone, uno duo di artiste giapponesi che si fanno conoscere come Honda S. e Nagano A., omettendo la loro reale identità. Il motivo di questa scelta non mi è chiaro, e le mie conoscenze linguistiche in giapponese sono troppo scarse per navigare il loro sito internet: https://www.himekawaartpro.com/.
Sono tutto sommato soddisfatto di questo acquisto, che con i suoi 15 € non è sicuramente una spesa da poco, considerando che sono cinque volumi per avere la collezione completa. Ma per un fan della serie, per uno che con questi titoli ci è cresciuto e ha trascorso moltissime ore nelle vesti di Link, avere questi volumi nella propria libreria è un must. Un mio carissimo amico a cui non frega assolutamente nulla dei manga possiede tutti e cinque i volumi, come pezzi di collezione, e va benissimo così. 
L’unico particolare su cui ho qualcosa da dire è l’indice, che si presenta semplicemente incompleto: mancano i capitoli bonus e mancano più della metà dei capitoli della seconde parte dell’opera. Se qualcuno non sapesse di quanti capitoli sia composto questo volume, non lo scoprirà consultando l’indice. Immagino si tratti di un errore editoriale, ma considerando il tutto si può anche chiudere un occhio. 
Direi che per oggi possiamo concludere qui. Mi sono divertito un sacco a scrivere questa recensione e spero vi siate divertiti almeno la metà di me! Vi ringrazio di cuore per la vostra attenzione e spero di potervi vedere di nuovo per la prossima recensione, che con i tempi che corrono, non so bene quando potrà essere! Un abbraccio virtuale, abbiate cura di voi ed a presto! 
Intanto magari potresti seguirmi su.. 


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