giovedì 24 settembre 2020

One Piece 1

Buonasera a tutti cari amici appassionati di manga e bentrovati ad una nuova recensione fatta male.
Di recensioni su One Piece ne esisteranno a migliaia sul web, c’è veramente bisogno di farne un’altra? Assolutamente no. Ma non posso avere un blog che parla di manga senza aver parlato almeno un volume di uno dei fumetti giapponesi di maggior successo sul pianeta terra ever.
L’opera debutta su Weekly Shonen Jump nel lontano 1997 e d’allora continua a stupire i lettori di tutti il mondo, che con 470 milioni di copie in circolazione si attesta come il manga più venduto di sempre. L’autore e disegnatore Eiichiro Oda ha dimostrato negli anni di saper sorprendere e reinventarsi di continuo, garantendo e mantenendo vivo l’interesse dei fan per decadi. Ad oggi si contano infatti ben 97 volumi, un numero esoribitante se paragonato alla maggior parte delle serie shonen. Recuperare la serie completa fino al numero corrente è un’impresa alquanto dispendiosa: per quanto ogni singolo volume costi relativamente poco, si tratta comunque di un bel colpo al borsello. Attualmente mi sono fermato al 40esimo, ed intendo arrivarci con la lettura prima di procedere con l’acquisto dei volumi mancanti.
Personalmente ho un legame affettivo molto profondo con One Piece, avendomi accompagnato durante l’infanzia e parte dell’adolescenza, ma al riguardo spenderei magari qualche parola alla fine.
Siete quindi pronti per la recensione di One Piece più mediocre di sempre? Certo che lo siete.


Molti anni or sono visse un uomo che fu capace di conquistare ricchezza, fama, potere e tutto ciò che si puo desiderare in questo mondo. Il suo nome era Gold Roger, il re dei pirati. Le sue parole in punto di morte spinsero molta gente verso il mare: “Il mio tesoro..? Se lo volete è vostro, cercatelo! Ho lasciato tutto in un certo posto.” E cosi in tutto il mondo iniziò l’era dei pirati!

In un piccolo villaggio di mare vive il nostro piccolo Monkey D. Rufy, un giovane ragazzo che sogna di diventare il più grande pirata di tutti i tempi. Per impressionare la ciurma di Shanks il Rosso, il nostro giovane protagonista si ferirà con un coltellino appena sotto l’occhio sinistro, procurandosi la caratteristica cicatrice sul volto già nelle prime pagine. Nel villaggio si trova una piccola osteria gestita da Makino, dove la simpatica ciurma di pirati trascorrerà le sue giornate. L’ambiente sereno verrà bruscamente interrotto dall’arrivo di Higuma ed i suoi briganti, che si divertiranno a provocare i pirati che non risponderanno ai modi sgarbati dei Masnadieri. I banditi torneranno all’osteria in un momento in cui ci saranno soltanto Makino e Rufy, bevendo e deridendo la reazione smidollata dei pirati assenti. Rufy non sopporterà i loro scherni ed affronterà i banditi, che inizieranno malmenare il nostro povero protagonista. Arriva Shanks e la sua ciurma a risolvere la situazione con le cattive, ma Higuma scapperà su una barchetta con Rufy come ostaggio, che getterà in mare aperto. Dal momento in cui Rufy ha accidentalmente mangiato il frutto Gom Gom, uno dei misteriosi frutti del diavolo, esso possederà un corpo fatto di gomma al costo di non poter nuotare. Un mostro marino enorme inghiotterà la barchetta con il masnadiero in un singolo boccone, ma Shanks salverà in tempo Rufy sacrificando in cambio il suo braccio sinistro.
Alla partenza di Shanks, egli donerà il suo cappello di paglia a Rufy, chiedendo di restituirglielo quando avrà raggiunto il suo sogno e sia diventato il re dei pirati.
Dieci anni dopo, Rufy sarà grande abbastanza per salpare dal villaggio alla ricerca della sua ciurma e partire ufficialmente alla ricerca dello One Piece. Il nostro protagonista verrà tuttavia ben presto inghiottito dal vortice di una tromba marina, costringendolo a rinchiudersi all’interno di un baule per salvarsi la vita. Il baule verrà ritrovato dalla ciurma di Lady Albida, una piratessa grassa ed orrenda, convinta di essere la creatura più graziosa di tutti i mari. Tra la ciurma della piratessa vi sarà il malcapitato Kobi, un giovane ragazzo finito erroneamente sulla nave pirata, che vorrebbe scappare ed unirsi alla marina militare. Rufy sconfiggerà Lady Albida senza troppe difficoltà, accompagnando Kobi presso la base della marina militare dove si terrebbe prigioniero un certo cacciatore di pirati a cui Rufy è particolarmente interessato.
Il solo nome di Roronoa Zoro farà tremare gli abitanti del villaggio, ritenuto uno dei uomini più pericolosi al mondo. Il cacciatore di taglie verrà imprigionato per aver ucciso il lupo di Hermeppo, il figlio viziato del Capitano Morgan con la promessa di essere liberato se sopravvive per un mese legato ad un palo senza cibo. Rufy scoprirà tuttavia che le vere intenzioni di Hermeppo siano quelle di giustiziare Zoro, e colpirà il figlio di papà in pieno volto, promettendosi di arruolare il cacciatore di pirati nella propria ciurma.
Morgan non si scomporrà scoprendo che suo figlio sia stato colpito da Rufy, ma quando il nostro protagonista maldestro distruggerà accidentalmente la mastodontica statua in suo onore, egli non ci vedrà più dalla rabbia.
Per liberare il cacciatore di pirati, Rufy entrerà nella base per recuperare le spade requisite di Zoro, mentre Kobi cercherà intanto di slegarlo con i fucili della marina puntati contro. Rufy recupererà le spade e raggiungerà Zoro e Kobi prima che vengano raggiunti dai proiettili sparati su ordine di Morgan, salvando la vita ad entrambi. Il sogno di Zoro è quello di diventare lo spadaccino più forte del mondo, per se stesso e per la sua defunta amica d’infanzia Kuina. Pertanto deciderà di affiancare Rufy come compagno di viaggio, sicuro che questo possa avvicinarlo al raggiungimento dei suoi obiettivi.
La collaborazione tra Zoro e Rufy permetterà di sconfiggere Morgan e liberare la marina militare dal suo giogo. Kobi si arruolerà alla marina, mentre Rufy ed il suo nuovo compagno salperanno oltre, ma la necessità di un navigatore lì costringerà a fermarsi ben presto presso Orange Town, dove conosceranno la bella ladressa Nami e parte della ciurma di Bagy il Clown.

Ahh, quanti bei ricordi. Dovete sapere che One Piece è stato il primo manga che mia madre mi comprò assieme a Dragonball quando ebbi circa dieci anni. Ancora oggi conservo gelosamente il primo volume nella sua primissima edizione in tedesco, perché vivevo a Zurigo e letteratura in italiano non esisteva. Qualche anime lo avevo già visto in tivù, ma sono state queste due opere ad aprirmi definitivamente al mondo dei cartoni giapponesi ed i relativi fumetti.
I combattimenti dinamici ed esagerati di Dragonball Z mi facevano letteralmente impazzire, ma la carica emotiva che trasmettevano gli episodi di One Piece era assolutamente senza eguali. Ricordo distintamente almeno tre episodi, dove iniziai a piangere dalla commozione, profondamente emozionato da alcune scene toccanti che la serie mi proponeva. Mi divertiva da morire ed al contempo di lasciava sempre qualcosa, e nessuno shonen di quegli anni mi ha dato così tanto come One Piece. Nel corso del tempo mi sono interessato ad altre opere più moderne, e per lunghi anni mi sono allontanato dai manga del tutto, disinteressandomi per questa opera d’arte con una certa amarezza in bocca. Ero stato fortunato ad esserci cresciuto, ed è stato un gran peccato averlo perso per strada, considerando che da allora l’opera non ha fatto che crescere e incantare sempre più lettori. Potrei essere uno di quelli che ha seguito il corso degli eventi sin dal principio, ed invece no.
C’è letteralmente un universo che mi resta da scoprire, e la cosa mi eccita terribilmente. Se da un lato mi sono perso una delle opere più immense in corso d’opera, posso ancora scoprirlo tutto per la prima volta, e sono sicuro che tante persone vorrebbero essere nella mia posizione. Ci sarebbero tante serie e film dei quali vorrei rimuovere i ricordi per provare di nuovo l’emozione nello scoprirli.
Il mondo di One Piece me lo sono spoilerato davvero poco, quindi tutto ciò che mi attende sarà pressoché incontaminato. Conosco parte dell’East Blue Saga, l’arco narrativo iniziale, ma tutto ciò che segue sarà un mistero per me.
Molto altro per il momento non ho da dire. Come già detto, esisteranno centinaia di recensioni più approfondite e dettagliate e non ho assolutamente intenzione di competere con quelle. Tutto ciò che voglio fare è raccontarvi a grandi linee gli eventi dell’opera, mentre condivido con voi le emozioni genuine di un bambino di dieci anni intrappolato in un copro adulto. Se avete voglia di accompagnarmi in questo lungo, lunghissimo viaggio, non vi resta che tornare a trovarmi presto. Un abbraccio a tutti voi e grazie della vostra preziosissima attenzione.
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